Chi sono
Mi presento:
il mio nome è Mara Fusco, sono figlia di 2 culture molto diverse quella napoletana e quella slava, il mio vissuto vede come carattere dominante la tenacia, l’attesa non mi ha mai spaventata.
Per dirne una? Mi sono laureata a 33 anni (in Scienze Biologiche) mentre ero dipendente di un’azienda farmaceutica ed in attesa della mia terza figlia (ne arriverà, infine, anche un’altra).
Ho lavorato per molti anni nel mondo dell’informazione medica, una scelta che, di fronte all’aggressività di Big Pharma, mi ha trovato totalmente inadeguata per indole e per convinzioni personali.
Qualche decennio ed un paio di licenziamenti dopo, anche grazie alla mia passione per la crescita personale, mi iscrivo ad un corso di pnl e decido di dedicarmi a tempo pieno ad un progetto di salute e benessere.
La mia esperienza familiare aveva portato entrambi i miei genitori a vivere una terza età da malati cronici ed invalidi, mi sono detta che non avrei mai voluto per me quello, così ho iniziato a studiare e comprendere meglio il valore che le scelte di vita, ma anche di pensiero, possono avere nel preservare il più a lungo possibile la salute psicofisica.
Ho scelto di intraprendere l’attività di nutrizionista per diversi motivi:

perché mi piace
sostenere ed accompagnare i miei clienti al raggiungimento dei loro obiettivi

perché ho compreso
quanto, per la stragrande maggioranza delle persone, sia conflittuale il rapporto con il cibo, l’immagine e l’espressione corporea

perché la mia attività è
anche il mio strumento di self-help e crescita personale, un angolo di raccoglimento e confronto con esperienze al di fuori del mio quotidiano, per ispirarmi e trarre nuovi spunti di miglioramento
Ti ho raccontato un po’ la mia storia ed il mio progetto. A questo punto ti chiederai perché dovresti scegliermi:

perché acquisirai conoscenza
e consapevolezza, non dovrai limitarti a seguire passivamente i miei consigli ma sarai parte attiva nel percorso e ti lascerò delle competenze che potrai gestire in assoluta autonomia al raggiungimento dell’obiettivo previsto

Le mie proposte dietetiche
oltre ad essere il frutto di studi fondati, sono pratiche e sostenibili

al termine del tuo percorso
potrai riconciliarti con il piacere del cibo
Alcuni degli articoli che ho scritto

Mangia che ti passa…la Psoriasi! – Curare la Psoriasi con una alimentazione consigliata
Cos’è la Psoriasi? La Psoriasi è una patologia che interessa primariamente la pelle ed è molto diffusa sia nei bambini che negli adulti, in alcuni casi la sua gravità può compromettere la qualità di vita di chi ne è affetto, anche se, più in generale, l’aspetto estetico che la caratterizza ha un impatto altamente negativo sui pazienti, provocando difficoltà nelle relazioni sociali, depressione e scarsa accettazione della propria immagine. Quali sono le manifestazioni ed i sintomi della Psoriasi? La forma di gran lunga più diffusa è la Psoriasi volgare, anche detta Psoriasi cronica a placche, le lesioni sono molto variabili sia per dimensioni che per aspetto, talvolta appena visibili ed in altri casi marcatamente delineate con ispessimenti cutanei, le aree tipicamente interessate sono i gomiti, le ginocchia, il cuoio capelluto e la regione lombo-sacrale. Sembra interessare circa 1.800.000 italiani ma, l’effettiva incidenza della malattia, è sottostimata, questo perché talvolta la diagnosi è incerta e nelle forme più lievi i soggetti scelgono di non fare terapia di alcun tipo. Le manifestazioni della Psoriasi hanno un andamento essenzialmente cronico, sebbene si alternino a fasi di remissione più o meno lunga, per lo più le terapie non sono risolutive. Il rischio di sviluppare questa condizione è più elevato per chi vive in città e in chi è soggetto ad intensi o ripetuti eventi stressanti. E’ anche per questo che i soggetti affetti da Psoriasi, per un’efficace riscontro terapeutico, dovrebbero ricevere un supporto medico, psicologico ed un counseling nutrizionale dedicato. Nella Psoriasi come in molte malattie autoimmuni c’è un documentato aumento della permeabilità intestinale, una condizione che crea un deterioramento ed una perdita della compattezza della barriera intestinale, le giunzioni tra una cellula e l’altra si allentano creando un varco a molecole che, immesse nel circolo ematico possono provocare infiammazione sistemica, intolleranze alimentari, malassorbimento e malattie autoimmuni in genere. Anche la funzionalità epatica può avere un ruolo decisivo nello sviluppo della Psoriasi, pertanto sarà opportuno indagare con adeguate analisi cliniche lo stato di salute del fegato. I dati riportati in letteratura indicano nell’obesità e nell’aumento di peso i 2 maggiori fattori di rischio per lo sviluppo della Psoriasi, di contro, una perdita di peso può in alcuni di questi soggetti determinare la remissione della patologia o, comunque, un significativo miglioramento. Esiste una corrispondenza diretta tra Psoriasi e Celiachia? Esiste poi una correlazione tra celiachia e Psoriasi, entrambe patologie autoimmuni, infatti i soggetti affetti da Psoriasi corrono un rischio maggiore di sviluppare celiachia. Vi è una diretta corrispondenza tra la gravità delle manifestazioni Psoriasiche e la positività ai test per la celiachia. Esistono, comunque, altri importanti nessi di collegamento tra la Psoriasi ed il diabete, il Morbo di Crohn e la candidosi. Conoscendo, almeno in parte, le cause che innescano e sostengono la malattia, si può pianificare un trattamento che non sia di sola soppressione del sistema immunitario o dei sintomi, ma che agisca anche rimodulando i processi immunitari che la provocano. Riconoscendo che la Psoriasi è una patologia infiammatoria autoimmune, la flogosi che viene contrastata con ogni mezzo, non è che il tentativo estremo che il sistema immunitario mette in atto per liberarsi da tossine e da molecole ritenute dannose.Un intervento efficace dovrebbe ridurre gli stimoli immunogeni (ovvero tutti quei fattori che agiscono da attivatori del sistema immunitario) ed equilibrare la risposta infiammatoria. Nei soggetti che presentano una predisposizione genetica, tra i fattori immunogeni che assumono rilievo figurano, oltre allo stress, i farmaci, il consumo di alcolici, le infezioni ed il fumo, anche le scelte dietetiche sbilanciate e scorrette ai fini della guarigione. Può un’alimentazione consigliata migliorare la gestione della malattia? Un trattamento efficace ed integrato dovrebbe prevedere, oltre all’impiego di terapie mediche, anche un protocollo nutrizionale personalizzato ed una specifica integrazione (gli integratori non si equivalgono tra loro ma vanno selezionati per criteri qualitativi che ne assicurino la massima assimilazione). Il trattamento dietetico è strutturato all’interno di un vero e proprio percorso “formativo” che consenta al paziente di acquisire le competenze necessarie per operare consapevolmente le scelte alimentari più idonee alla gestione della malattia ed essere così egli stesso artefice di un significativo miglioramento.

Buone abitudini alimentari per le Feste Natalizie
A NATALE A TAVOLA SCEGLI LA CONSAPEVOLEZZA E DOSA LE EMOZIONI, NON I PASTI. Il web è inondato da articoli che vogliono attenuare i danni degli eccessi alimentari delle feste: dalle preparazioni gastronomiche light mirate al taglio dei grassi alle microscopiche porzioni, dalla proposta di estenuanti sedute in palestra per bruciare gli eccessi calorici alle bevande detox . Ho letto di tutto e mi viene da pensare che il concetto di salute racchiuda in sé aspetti che vanno ben oltre la restrizione alimentare ed il fisico scolpito. Natale è il momento per condividere un pasto con la famiglia e gli amici, talvolta lontani, per addobbare la casa e cucinare specialità tipiche della propria famiglia, tutte queste, per me, sono attività molto salutari. Qualche giorno per indulgere nella tradizione, facendo spazio anche a cibi più corposi, non è di per sé dannoso, anzi,può essere assolutamente sano. Gli affetti e la condivisione sono buoni per la mente , lo spirito e il corpo. Desideri un suggerimento per le feste natalizie? Credo sia improponibile voler dosare i cibi in quei giorni ma, potrebbe esserti molto più utile, dosare le emozioni che provi nel consumarli e provare ad approcciare i tuoi pasti con maggiore lucidità e consapevolezza. ima delle feste, organizza accuratamente il tuo frigo, consumando o surgelando tutto ciò che non servirà per le preparazioni alimentari dei giorni festivi, successivamente, fai una scorta per le feste in base ad una nota scritta che preveda solo il necessario. Sistema le scorte alimentari solo in cucina: questo è il luogo dove si mangia; leva il cibo dal salone e soprattutto dai posti dove c’è la televisione. Nei giorni festivi, ancor più che nella routine quotidiana, vale la pena che ricordi che i contorni sono definiti tali in modo del tutto ingiustificato, non sono alimenti di contorno, ma una pietanza di prima scelta nell’ambito dei pasti, da consumare cruda o con cottura dolce. Se conosci il menù decidi in anticipo quello che vorrai mangiare, semplicemente perché ti piace ,evitando pressioni esterne alle tue scelte (hai notato che vogliono ad ogni costo proporti le zucchine alla scapece della zia e ti vedi costretto/a a mangiarle anche se non ti piacciono? Ma si, che sarà mai una cosa in più o in meno in questo marasma, poco importa che non mi piacciano). Soprattutto, fai spazio ai piatti “speciali” , il pane, le patate ed altri alimenti di uso corrente sono disponibili quotidianamente. Attento/a agli alcolici: potrebbero indurti ad un consumo inconsapevole delle pietanze, meglio consumarne quantità moderate a fine pasto Se, nonostante i buoni propositi, hai un po’ abbondato nelle preparazioni, credo che, indipendentemente dal tuo credo religioso, l’abbondanza sia bella da festeggiare se condivisa, per una volta, non sui social, ma materialmente, se hai preparato quantità eccedenti di cibo, per evitare sprechi, non sarà necessario “sfondarti” , basterà offrirlo generosamente ad altri. Ispira le tue feste alla lentezza. Non ti affrettare a servire e consumare i piatti in un ritmo incalzante, prenditi delle pause. A tavola, fermati, fai 3 respiri, godi già solo della vista del cibo, scegli un’esperienza totale, tutti i 5 sensi dovrebbero essere coinvolti nell’assaporare un pasto così speciale. Mangia lentamente conversando con i commensali ed appoggia sempre le posate tra un boccone e l’altro. A proposito, non dimenticare di scrivere un libro delle tue ricette per i figli o per gli amici perché possano essere tramandate, magari adesso si dimostrano disinteressati ed infastiditi dall’idea ma, un domani, sarà per loro un patrimonio da custodire, quasi come una foto di famiglia del passato.. Buon Natale e…….per i più curiosi, posterò il mio menù natalizio.

Quale merenda proporre a tuo figlio?
Il fruttosio è un “veleno” per il fegato dei bambini. L’abuso sistematico del fruttosio aggiunto ai cibi e alle bevande ha gli stessi effetti pericolosi dell’alcool: ogni grammo in eccesso rispetto al fabbisogno giornaliero (circa 20-25 grammi) accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi. A differenza del normale zucchero, che è il glucosio, e che viene consumato immediatamente dall’organismo, ”il fruttosio viene immagazzinato nel fegato sotto forma di grasso”. La conferma scientifica arriva da uno studio dei ricercatori dell’area di Malattie epato-metaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù. Il fruttosio è uno zucchero naturale presente in diversi alimenti, soprattutto nella frutta ma anche nei vegetali e in una dieta bilanciata non provoca alcun effetto negativo. Il nemico dei bambini è il fruttosio aggiunto presente negli sciroppi e come dolcificante largamente utilizzato dall’industria nelle varie preparazioni alimentari (marmellate, bevande, merendine, succhi di frutta, caramelle). Basti pensare che una sola lattina di bevanda zuccherata contiene il doppio della quantità giornaliera di fruttosio indicata per l’età pediatrica (circa 20-25 grammi). Una merendina ne contiene mediamente il 45% in più, mentre una bottiglietta di succo di frutta poco più della metà. A differenza del glucosio, che può essere utilizzato quasi da ogni cellula del nostro corpo, il fruttosio può essere metabolizzato solo dal fegato, perché è l’unico organo in cui è presente il suo trasportatore. Nella tipica dieta occidentale il consumo di fruttosio è molto elevato, ed essendo metabolizzato esclusivamente nel fegato, finisce per danneggiarlo nello stesso modo in cui viene danneggiato dall’alcol o da altre sostanze tossiche. In pratica il fruttosio è simile all’alcool se si guarda ai danni metabolici che provoca. ‘Ora l’industria alimentare rinunci al fruttosio”: a chiederlo è Valerio Nobili responsabile di Malattie Epato-metaboliche del Bambino Gesù, a capo del gruppo di ricerca che ha scoperto la relazione fra il consumo di questo tipo di zucchero, molto usato ad esempio nelle bevande, e alcune malattie del fegato, studio appena pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Hepatology. In sostanza il fruttosio, spiega Nobili, ”è l’indiziato numero uno di alcune gravi malattie del fegato“.
Dicono di me

Ho conosciuto la Dott Mara Fusco tempo fà, con la quale ho iniziato un percorso di consapevolezza riguardo al cibo ed al mio rapporto con lui, considerandolo non come un nemico da combattere ma un fedele alleato. Altamente professionale, disponibile ed empatica.

Conosco Mara da tempo immemore e ho sempre ammirato in lei la sensibilità e soprattutto la capacità di immedesimarsi nel vissuto delle persone!Questa sua peculiarità la si trova perfettamente integrata con le sue conoscenze e competenze scientifiche .Infatti con lei si affronta un percorso che non è esclusivamente alimentare ma che segue a tutto tondo quello che è il rapporto con il cibo e con il proprio corpo!!!Perciò …..io e mia sorella non smetteremo mai di ringraziarla !!!

Competente, molto competente, etica, professionale ed empatica verso i clienti! Cercavo da tempo un nutrizionista per imparare un regime alimentare e lavorare sui chili di troppo accumulati. La dottoressa Mara mi ha ascoltato per ore, ha risposto a tutti i miei dubbi, mi ha spiegato molte cose relative agli errori e ai falsi luoghi comuni sul cibo e sul modo di mangiare. Il percorso è ancora in salita , ma riesco ad intravedere finalmente la discesa . Grazie dottoressa , a presto 🙂